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Piccola guida fotografica alla costruzione di un coltello
di Emiliano
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I coltelli sono da sempre la mia passione e soprattutto traggo grande soddisfazione nel progettare e realizzare, partendo praticamente dai materiali grezzi, le mie lame. Questa attività, forse poco conosciuta, combina insieme tecnica, manualità, inventiva e gusto estetico.
A seguire trovate una piccola guida, schematizzata in cinque sezioni, per la realizzazione casalinga di un coltello; ho pensato di integrarla con il maggior numero possibile di fotografie ed in pratica ho realizzato una sorta di reportage fotografico del processo di lavorazione. Mi auguro possa anche servire come punto di partenza per il neofita che si avvicina per la prima volta a questo genere di attività.
Premetto che questo è il mio modo di realizzare coltelli, l’ho calibrato sulle mie capacità manuali e agli attrezzi in mio possesso, sono partito da informazioni trovate in rete e sperimentando, le ho adattate ed integrate. Spero che quanto leggerete potrà aiutarvi nel trovare il vostro modo di realizzare coltelli.
Ma procediamo con ordine:
Passo 1 – Profilo del coltello e sagoma sul metallo
La prima cosa che faccio è realizzare un profilo in cartoncino del coltello che voglio realizzare, si tratta di un passaggio molto utile per capire come e quanto sia impugnabile, in seguito lo utilizzerò come dima per riportare sul metallo la forma da ricavare.

Una volta disegnato il profilo del coltello con un pennarello indelebile (vanno bene quelli per scrivere sui CD), inizio ad eliminare gli eccessi di materiale utilizzando un seghetto con lama per metallo.

Fatto questo, utilizzando una lima a taglio bastardo da 30cm (nel mio caso della Bahco), elimino il resto del materiale fino ad arrivare in prossimità della traccia di pennarello. Se disponete di una mola elettrica potete arrivare a questo punto in modo sicuramente più rapido, fate però attenzione a non eliminare troppo materiale… a sbagliare non ci vuole nulla !

Con una lima più piccola (una Nicholson a taglio bastardo da 20cm) arrivo ad eliminare la traccia di pennarello, contemporaneamente verifico che gli angoli siano a 90°, per questa operazione utilizzo una squadra di riscontro ed un piano in marmo. Per asportare materiale nelle zone concave del coltello, utilizzo una lima Bassoli mezza tonda da 20cm a taglio bastardo.

In tutte le operazioni di asportazione chiudo il pezzo nella morsa, ho applicato sulle ganasce del feltro adesivo (come quello che si mette sotto i piedi delle sedie) per evitare di segnare il metallo.
Una volta verificato che gli angoli siano corretti, elimino le tracce della lima utilizzando un tampone rigido (nel mio caso un altro pezzo di marmo, più comunemente viene utilizzato un tampone di legno) e carta abrasiva, grane a salire: 40, 80, 150 e 240. Il movimento deve essere effettuato nel senso della lunghezza del coltello. Per eliminare i segni nelle zone concave (tipicamente nella parte inferiore dell’impugnatura) utilizzo dei cilindretti di legno su cui avvolgo la carta abrasiva.

Utilizzo il tampone anche per ripulire i lati del coltello, anche in questo caso parto da grana 40 e arrivo a 240. Finite queste operazioni il futuro coltello si presenta così:

Passo 2 – Realizzazione della lama
A questo punto siamo pronti per realizzare la lama, per prima cosa dobbiamo tracciare la linea verso cui punteranno i biselli (i fianchi della lama). Per farlo utilizzo un sistema molto semplice, con un pennarello a vernice ricopro tutto il lato inferiore della lama, poi utilizzando una punta da trapano per legno (dello stesso spessore del coltello) faccio scorrere la lama contro la punta della punta da trapano (scusate il gioco di parole), prima da un lato e poi dall’altro. In questo modo la vernice viene asportata e ci ritroviamo con la linea ben tracciata.


Per ottenere un tallone bello netto (parte della lama più vicina all’impugnatura), durante la realizzazione dei biselli utilizzo un semplice accessorio autocostruito (lo si nota dalle saldature scandalose :D).


Fissato il coltello nella morsa, inizio ad asportare materiale con una lima da 20cm a taglio bastardo.

Si tratta di un’operazione lunga e va affrontata con calma. Incastro sotto al coltello un sostegno di legno per evitare che la lama fletta, se lo facesse i denti della lima si consumerebbero più velocemente del dovuto, inoltre la lama si segnerebbe in modo profondo costringendoci ad un lavoro di carteggiatura più lungo. Utilizzate sempre dei guanti protettivi, la lima è abrasiva con il metallo… figuratevi con le vostre dita !
Toglieteli solo per verificare che la lama non sia troppo calda, potrebbe succedere e in quel caso la lima lavorerebbe male, lasciate che si raffreddi. Ricordatevi di non arrivare mai a far incontrare i due biselli, lasciate sempre un po’ di spessore (da un millimetro a qualche decimo in meno, a seconda della tipologia di lama) per quello che, dopo la tempra, diventerà il filo.
Alla fine del lungo lavoro di bisellatura, ci ritroveremo con una lama grezza che dovrà essere ripulita da tutti i segni lasciati dalla lima. Questa operazione andrà fatta utilizzando carta abrasiva di varie grane, parto dalla 40 e arrivo alla 400, per le grane “grosse” (40 e 80) utilizzo la lima come sostegno, per le successive utilizzo un pezzo di legno.

A lavoro ultimato, possiamo liberare la lama.

E’ il momento di realizzare i fori che ospiteranno i perni di fissaggio delle guancette, se opportuno realizzeremo anche quelli di alleggerimento e quello/i per il passaggio di un eventuale lacciolo. Non avevo ancora un trapano a colonna (poi me lo ha regalato la morosa) ed ho utilizzato un normale trapano montato su di un supporto apposito, non è una soluzione professionale ma sicuramente è economica.

Ripuliamo per bene il coltello e portiamo tutto a grana 400, è importante andare in tempra senza segni profondi nel metallo, eliminarli dall’acciaio temprato è molto più difficile.

Passo 3 – Tempra e rinvenimento del coltello
Per temprare il nostro coltello abbiamo bisogno di una forgia, per lame di medie dimensioni utilizzo una piccola forgia a gas di costruzione estremamente economica che descriverò in un prossimo articolo (qui).

La prima cosa che faccio è scaldare l’olio in cui andrà spento il coltello, per farlo scaldo al rosso ciliegia acceso un pezzetto di acciaio e lo raffreddo nell’olio.


Alcune note:
– Utilizzo 5 litri di olio per spegnere un coltello da 20/25 cm di lunghezza
– Utilizzo olio da cucina (da preferire quelli con punto di fumo più alto: soia, riso, mais, arachidi evitando di mischiarli tra loro)
Per la vostra sicurezza:
– Durante lo spegnimento vengono generati vapori che possono prendere fuoco, non state con il viso vicino al contenitore dell’olio
– Eseguite la tempra all’aperto o in un locale ben aerato
– Utilizzate guanti che vi proteggano da possibili scottature, ne esistono di specifici (cuoio all’esterno e lana all’interno) che arrivano quasi al gomito.
Siamo quasi pronti per temprare il coltello, il problema adesso è quello di portare l’acciaio alla giusta temperatura, per gli acciai al carbonio che possiamo reperire più facilmente (K720, 1095, lime, roncole da riciclare ecc.) la temperatura di tempra si aggira attorno agli 800 C° e va individuata in base al colore che il metallo assume nella forgia. Esistono apposite tabelle che ci indicano le corrsipondenze tra colore e temperatura, noi dobbiamo arrivare al colore rosso ciliegia acceso. Il colore va valutato al buio, o comunque con meno luce possibile, diversamente non ne avremmo una corretta percezione cromatica. Per aiutarci nella valutazione dell’accoppiata colore/temperatura esistono apposite tabelle, ne ho caricata una qui.

Inseriamo il coltello nella forgia e, utilizzando una pinza, muoviamolo in continuazione, così che il calore si possa diffondere in modo omogeneo. Quando abbiamo raggiunto il colore giusto manteniamolo per qualche secondo e poi spegniamolo nell’olio. Di questa fase mancano le fotografie, si tratta di un passaggio molto delicato e non ho voluto distrarmi, ho scattato comunque alcune foto simulando uno spegnimento.
Immergo con calma il coltello nell’olio (ovviamente uso una pinza… a mani nude sarebbe piuttosto doloroso :D), non tutto il coltello ma solo la parte inferiore lato lama…

…lo lascio immerso parzialmente per un paio di secondi (contate 1001, 1002), poi estraggo il coltello…

…e subito lo immergo di nuovo, questa volta completamente, muovendolo continuamente in direzione delle frecce:

Questa procedura allontana di molto il rischio che il coltello si deformi durante lo spegnimento, navigando in rete ho notato essere utilizzata da molti coltellinai, personalmente la trovo assolutamente efficace. Una volta spento il coltello, lascio che riposi nell’olio.

Adesso è il momento di effettuare il rinvenimento del coltello, con questa operazione andremo ad eliminare le tensioni interne all’acciaio causate dallo shock termico dello spegnimento. Il rinvenimento lo faccio in un normale forno da cucina: lo porto a 200 C° e ci lascio il coltello per 90 minuti, poi, spento il forno, attendo che si raffreddi in modo naturale.

Alla fine di questa operazione il coltello è piuttosto sporco:

Passo 4 – Lucidatura e realizzazione dell’impugnatura
Si ricomincia con la pulizia tramite carta abrasiva, se non ci sono segni profondi di decarburazione (serie di piccoli avvallamenti irregolari sulla superficie del metallo) parto da grana 240 e salgo fino a 1000 o più (questo in base a quanto lo si voglia lucido, a me troppo lucidi non piacciono). In casi di decarburazione evidente, parto da carta più grossa (60 o 90) per eliminarla più facilmente.


Bene, il coltello è temprato, rinvenuto e lucidato. Adesso è il momento di realizzare l’impugnatura. In questo caso ho utilizzato della micarta acquistata dal sito di “LC Coltelleria”, la prima cosa che faccio è realizzare i fori in cui passeranno i perni di fissaggio, nel mio caso due tubicini in acciaio inox.

Importante: quando si lavora la micarta va SEMPRE utilizzata una mascherina che protegga in modo adeguato le vie respiratorie.
Utilizzando due perni in ferro dello stesso diametro dei fori sul coltello, vincolo il coltello alla micarta.

Tramite un punteruolo, ricavato da un raggio di bicicletta, per entrambi i lati del coltello traccio il profilo dell’impugnatura.

A questo punto, utilizzando un seghetto con lama per legno, inizio a sgrossare il profilo delle due parti dell’impugnatura.

Non è necessario arrivare fino all’incisione del profilo.

Con una raspa mezza tonda da 20cm, elimino l’eccesso di micarta.

Lascio un millimetro di materiale, o poco più, prima dell’acciaio.

La raspa produce segni profondi della micarta, vanno eliminati con carta abrasiva (uso quella per legno), per farlo utilizzo ancora il tampone rigido e porto la micarta a livello dell’acciaio (parto da grana 80 per eliminare la maggior parte dei segni, poi utilizzo la 240 per pareggiare micarta e acciaio).


Ora, dato che ho deciso di utilizzare dei tubi d’acciaio svasati per bloccare le guancette, devo effettuare la svasatura dei buchi di alloggiamento dei tubi. Per farlo utilizzo uno svasatore da legno, si trova in ferramenta e costa poco.

Adesso, utilizzando un raggio da bicicletta piegato ad “U”, traccio i contorni della parte di micarta che andrò ad eliminare per rendere più anatomica l’impugnatura.


A questo punto, lavoro nuovamente di raspa per arrotondare gli spigoli dell’impugnatura.

Con la raspa elimino il grosso della micarta, poi con una lima per metallo a taglio bastardo effettuo l’asportazione più fine. Ecco il risultato:

Con carta vetrata e tanta pazienza, dopo aver vincolato temporaneamente la micarta al coltello, levighiamo le guancette.

Una volta ottenuto il grado di rifinitura desiderato, è il momento di preparare i perni/tubi di fissaggio.

Taglio i tubi ad una lunghezza leggermente inferiore (circa un millimetro in meno) dello spessore dell’impugnatura del coltello. In questo caso si tratta di tubi in acciaio inox da 6mm di diametro, non disponendo di una pressa devo rendermi il lavoro meno difficile ammorbidendo un poco l’acciaio, lo faccio effettuando una ricottura. In pratica porto l’acciaio quasi al colore bianco e lascio che si raffreddi lentamente, ho notato che i tubi dopo questa operazione si svasano più facilmente, probabilmente hanno una leggera tempra e questo trattamento la elimina.

Per fissare le guancette utilizzo, oltre ai due tubicini svasati, della colla bicomponente che offre anche il vantaggio di isolare il metallo dell’impugnatura dalle guancette in micarta, micarta che per capillarità potrebbe portare umidità al metallo facendolo ossidare. Per fare in modo che la colla aderisca perfettamente, sgrasso per bene acciaio e micarta utilizzando un prodotto adatto. Prima di sgrassare, passo della carta vetrata di grana 100 sia sulle guancette che sull’acciaio, operazione che, creando dei micro-solchi, permette alla colla di fare maggior presa.

Prepariamo la colla, utilizzo la UHU Plus, si tratta di un adesivo bicomponente senza solventi a base di resina epossidica, indurisce quasi senza perdita di volume fino a diventare una resina sintetica duroplastica. Utilizzo una miscelazione di 100 parti di legante in peso più 50 parti di indurente in peso, con questo rapporto si produce un incollaggio finale più duro con resistenza leggermente maggiore a calore, acqua e sostanze chimiche.

Dopo aver cosparso di colla le guancette, le monto sui due tubicini d’acciaio, mi aiuto con un martello di gomma per non segnarle. Dopo aver verificato che i tubicini siano ben centrati, infilo nei due lati le teste di due viti in acciaio (quelle da mobiliere) fissandole con del grasso che favorirà anche l’operazione di svaso.

Inserisco il coltello nella morsa e stringo il più possibile.

Mentre i tubi, svasandosi, spingono le guancette contro l’acciaio la colla in eccesso verrà espulsa, la elimino utilizzando uno straccetto intriso di acetone. Alla fine di queste operazioni il coltello è praticamente terminato.

Lascio riposare il coltello per 24 ore, così che la colla asciughi completamente, passato il tempo necessario verifico che non vi siano rimasugli di resina su guancette e acciaio, nel caso vi fossero li rimuovo con carta abrasiva di grana pari a quella dell’ultima rifinitura fatta.
L’ultimo passaggio che effettuo è quello di stendere un velo d’olio su tutto il coltello, guancette comprese, utilizzo olio di vaselina ad uso enologico (si trova anche al supermercato), ha il vantaggio di non contenere sostanze tossiche per il corpo umano (quindi anche se entrasse a contatto con i cibi non creerebbe problemi).

Passo 5 – Affilatura della lama
Esistono moltissimi modi diversi per affilare una lama e con essi varie “scuole di pensiero”, io utilizzo l’affilatore della Gatco visibile nell’immagine a seguire:

Il sistema è pensato per mantenere costante l’inclinazione della pietra abrasiva durante i diversi passaggi sulla lama. Gli angoli possibili sono: 11, 15, 19, 22 e 30 gradi. Gli angoli più acuti sono destinati a lame sottili meno robuste, da riaffilare frequentemente ma, estremamente taglienti. Gli angoli maggiori per lame destinate a lavori gravosi e resistenti nel tempo anche se mediamente meno taglienti. Per il tipo di coltello descritto in questo articolo ho scelto 22 gradi, buon compromesso per coltelli fissi uso caccia e similare.
Il kit della Gatco in mio possesso, l’Edgemate, contiene 3 tipi di pietra affilatrice: grossolana, media e fine ed inoltre è disponibile l’olio di levigatura da cospargere sulle pietre prima dell’uso. Eseguito il passaggio con le tre graniture su entrambi i biselli della lama si ottiene un bel filo regolare ed affilato.

Dopo aver affilato per bene il coltello (qualcuno lo fa prima, io preferisco farlo alla fine di tutte le lavorazioni… aprirsi una mano è molto facile) finalmente abbiamo terminato e possiamo ammirare il frutto del nostro lavoro:


Concludendo
La costruzione di un coltello è certamente laboriosa, occorre acquisire una buona manualità con i diversi utensili ed è inoltre necessaria una conoscenza delle tecniche di base. Tutto questo può essere imparato con passione e tempo. Vi assicuro comunque che alla fine, la soddisfazione di aver realizzato il proprio coltello, poterlo impugnare e provare è assolutamente impagabile.
Buon divertimento e attenti alla sicurezza!
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Veramente interessante e ben argomentato sia come descrizione
che fotografie.
Complimenti vivissimi.
la realizzazione della lama, con il passaggio della punta del trapano,e l’inclinazione corretta, è assolutamente incomprensibile…. sarò scemo io, ma mi pare strano che qualcuno invece abbia capito e si complimenti….
Ciao Valerio, la punta da trapano serve solo per segnare la linea sulla quale i biselli vanno a convergere, potresti sostituirla anche con un chiodo di adeguato diametro… è questa la parte poco comprensibile ?
la tracciatura del filo…. come viene utilizzata la punta del trapano, ed a che scopo ?
la sgrossatura dei biselli, a quale funzione è delegato l’attrezzo autocostruito? Le foto non chiariscono nulla.
Per limare mantenendo una corretta inclinazione mi pare dovrebbe esere usato un qualche attrezzo che fissi la lama e costringa l’utensile a lavorare con una certa inclinazione, mentre quell’attrezzo mi pare “volante”
Perchè mettere un pezzo di ferro rovente nell’olio per scaldarlo, ed a che temperatura deve essere? Se fosse a temperatura ambiente ?
Valerio, come visibile sulle foto, la punta da trapano viene fissata orizzontalmente sul piano di lavoro, essa è di diametro coincidente con lo spessore del metallo da lavorare, in questo modo l’estremità acuminata (è una punta da legno) si troverà esattamente alla metà dello spessore del metallo. Facendo scorrere la sagoma di metallo sulla punta segneremo sulla vernice il riferimento per il filo della lama da realizzare. Come puoi leggere sull’articolo si ripete l’operazione rigirando la sagoma di metallo per eliminare eventuali asimmetrie nella tracciatura dovute ad esempio ad una non perfetta coincidenza tra diametro della punta e spessore del metallo.
Come descritto sull’articolo l’attrezzo autocostruito serve ad avere un tallone netto, o se preferisci, una netta separazione tra i biselli ed il resto del coltello.
Il preriscaldamento dell’olio serve a ridurre lo sbalzo termico all’immersione della lama incandescente per evitare cricche e deformazioni. La temperatura dell’olio non è stata misurata.
Grazie Speedy per la condivisione e per la pazienza e la cortesia con la quale hai risposto alle domande, anche se poste in modo maleducato ed impertinente.
Anche io che ho appena iniziato a “grattare” la mia prima barra di acciaio mi accodo ai complimenti di Danilo.
Buona giornata!
😉
Bello e chiaro. Complimenti.
Riusciresti a valutare quante ore sono necessarie in totale?
Scusami, se il bisello iniziasse a metà lama, come faresti a farli uguali sui due lati? Disegni dove iniziare con una dima sui due lati?
Ciao Marco, il tempo necessario alla realizzazione del coltello dipende molto dalla manualità acquisita. Verosimilmente l’autore dell’articolo avrà impiegato tra le 15 e le 20 ore di lavoro.
Sì, se il bisello non è di tipo full con una dima si possono segnare le due facce della lama. In questo caso avere una carteggiatrice a nastro rende tutto più semplice.
Ciao, penso che le critiche fatte bene non dispiacciano a nessuno ma, fatte bene. Complimenti veramente interessante e ben argomentato sia come descrizione che fotografie.
La mia domanda è c’é un metallo specifico? ho tutti i metalli vanno bene a parte lo spessore adeguato. Grazie
Ciao Giovanni,
il tipo di acciaio utilizzato dipende da numerosi fattori: costi, facilità di tempra e affilatura, requisiti di inossidabilità, resistenza all’usura…
L’acciaio utilizzato per questo coltello è una lega piuttosto diffusa, la 1095 (vedi prima foto). Le leghe 10xx sono comuni nella coltelleria, come si comprende dalla sigla della lega, la 1095 contiene lo 0,95% di carbonio, essa è un buon compromesso tra le caratteristiche prima indicate, è ragionevolmente dura e tiene abbastanza il filo, unica pecca è che si ossida facilmente se non viene effettuata una manutenzione periodica.
Davvero una stupenda descrizione…raro trovarne di così completi su internet: un gran lavoro per questo tutorial, grazie per averlo postato!
caro e generoso amico SPEEDY, intanto grazie per i preziosi progetti e consigli (sempre utili) complimenti per la semplicità con cui metti chiunque (di buona volontà e soprattutto inutilmente polemico e poco elastico: VALERIO) in grado di realizzare i progetti pubblicati.
Grazie Giampiero !
Foto molto esplicative soprattutto coprono molti passaggi della realizzazione. Descrizione completa ben esposta e chiara.
Complimenti Speedy!
Foto molto esplicative soprattutto coprono molti passaggi della realizzazione. Descrizione completa ben esposta e chiara.
Complimenti Speedy!
condivido i complimenti di tutti coloro che hanno apprezzato il tuo lavoro, molto chiaro e ottimamente documentato specie per chi ha un po’ di manualita’ e intuizione, mi sto cimentando a tirare fuori un coltello da un vecchio scalpello da legno largo mm.25
Ciao, ottima guida.
Ero interessato alla fase di tempratura (prima il filo e poi la lama intera).
volevo applicarla ad una katana da esposizione (un pezzo di ferro di nessun valore) e mi chiedevo se hai esperienze o consigli in merito….
Ciao Orlando,
mi spiace ma non ho mai provato un’operazione simile a quella da te descritta. In line teorica dovrebbe funzionare, dipende molto dal tipo di acciaio con cui è stata realizzata la katana. Visto che è di basso valore potresti cmq provare. In bocca al lupo ! 🙂
Complimenti per la guida veramente chiara ed esaustiva.
Vorrei anche io cominciare e mi ritrovo con delle barre di un acciaio inox duplex, il 2205.
Potrebbe andare bene? andrebbe temprato anche questo o essendo un inox potrei lavorarlo direttamente senza poi temprarlo?
Grazie mille
Ciao Pierpaolo, non credo che l’acciaio da te indicato sia temprabile.
segnalo una cosa: segnare la mezzeria della lama serve per delimitare i biselli solo se si portasse l’affilatura “a zero”. Questa affilatura è quella tipica dei coltelli Opinel o delle spade giapponesi che hanno biselli pian, non concavi né convessi, entrambi più difficili da realizzare rispetto ai biselli piani. Per diversi tipi di bisellatura non si segna soltanto la metà della lama ma anche, mezzo millimetro circa più in giù e più in su rispetto alla metà, così da avere a fine bisellatura un millimetro circa di spazio piano nel quale verrà effettuato il filo vero e proprio. Il filo poi si può abbozzare prima della tempra per poi ravvivarlo post tempra, cosa che consiglio, l’immersione nell’olio caldo va eseguita completamente, inserire la lama a metà non serve (non stiamo facendo una tempra differenziata..) attenzione poi al rinvenimento e ai tempi esatti di permanenza in forno in base allo spessore della lama… mi permetto poi di aggiungere che sarebbe meglio, dopo aver incollato le guancette con colla epoxy, tenerle strette alla lama per 24 ore con dei morsetti o, in alternativa, tenere tutto il coltello serrato in morsa, avendo la cura di incollare alle ganasce della morsa delle strisce di cuoio o di altro materiale semiduro, per non lasciare segni sulle guancette stesse.
Fabio, grazie per il tuo commento 🙂
Buongiorno a tutti.
Innanzitutto vorrei ringraziare molto per questa guida. Sicuramente i video (che si trovano in gran numero su youtube) aiutano a capire molto bene i vari dettagli delle operazioni da eseguire e a farsi un’idea chiara dei vari passaggi. Tuttavia, a mio avviso, questa guida non ha nulla da invidiare ad un video: spiegazioni semplici e chiarissime con foto precise dei punti salienti. Voto 10 solo perché non si può dare di più!
Scrivo per chiedere consiglio ai più esperti di me:
Io sono un novellino delle lame, da molti mesi mi documento tra video e forum in merito a questo mondo che ho scoperto attirarmi moltissimo. Riesco però a dedicarci veramente poche ore a settimana (dalle 2 alle 4) e pian piano mi sono attrezzato con i vari utensili e materiali necessari per provare finalmente a realizzare la mia prima lama. Sempre per rimanere in tema della guida ben fatta, mi sono costruito anche la forgia come spiegato sempre da Fabio nell’articolo dedicato.
Finalmente lo scorso weekend mi sono cimentato nella fatidica fase della tempra.
Purtroppo non ho potuto eseguirla al buio per controllare bene il colore della lama, ma avevo letto della possibilità di “controllare la temperatura” anche grazie ad una calamita:
Raggiunta la temperatura di austenizzazione il metallo perde le sue proprietà magnetiche e la calamita non sarà più attratta dalla lama.
Il problema è che la lama era si rossa, ma continuava ad attirare la calamita. Ho passato più di 30 minuti a scaldare la lama finché non mi sono deciso a procedere allo spegnimento.
Alcune note: ho usato proprio acciaio 1095, spessore 3,5mm la lama misura circa 20/25cm e se può servire i cannelli utilizzati sono come quelli delle foto della guida.
È normale che ci possa voler così tanto per portare la lama al rosso ciliegia? Se così non fosse, il riscaldamento prolungato può aver creato qualche problema? Qualche altro consiglio per capire se la tempra è andata comunque a buon fine?
Grazie mille a chiunque voglia condividere la sua esperienza con qualche commento/consiglio per aiutarmi a migliorare.
Ciao Alessandro, circa la tempra, puoi eseguire un controllo di massima con una lima: se incide il metallo (lo morde) allora la tempra NON è andata a buon fine, se invece scorre lasciando solo graffi superficiali, il pezzo è temprato. Per controlli più accurati esistono anche lime di durezza controllata.
Ciao Fabio, grazie per la risposta.
Perfetto, proverò sicuramente ad eseguire il test con la lima.
Per quanto riguarda la tempra, è normale che sia stato più di mezz’ora a scaldare la lama, oppure dovrebbe raggiungere la temperatura corretta in meno tempo?
Credo sia normale, la potenza riscaldante della piccola forgia è limitata.
Buongiorno,è la prima volta che tento di realizzare un coltello, non possedendo nessuna forgia, è possibile eliminare questa operazione o ne risente il coltello grazie.
La forgia viene usata allo scopo di indurire il metallo per tempra. Un coltello con lama non temprata perderà subito il filo e sarà poco tagliente.