Il Nuovo Telemetro Leica CRF 2000-B


 
Grazie alla collaborazione con la Forest s.r.l. , agente unico per l’Italia dei prodotti Leica Sport Optics, abbiamo avuto la possibilità di testare e recensire per primi il nuovissimo telemetro LEICA RANGEMASTER CRF 2000-B, l’ultimo modello prodotto dalla rinomata casa tedesca.

Unboxing e descrizione dello strumento

Il CRF 2000-B viene consegnato in una custodia in tela con chiusura a scatto e passante per la cintura. La custodia è contenuta a sua volta in una scatola di cartone con imbottitura antiurto. Inclusi nella confezione il certificato di controllo firmato dal verificatore (ogni telemetro viene meticolosamente controllato al termine dell’assemblaggio), il libretto di garanzia, il manuale d’uso e il laccetto da tracolla per lo strumento.

– Rangemaster CRF 2000-B: contenuto della confezione –

 
Il CRF 2000-B potenzia e sostituisce il precedente prodotto, il CRF 1600-B. Nonostante esteriormente i due telemetri appaiano identici, sia come involucro che peso, le capacità distanziometriche dell’ultimo modello sono state migliorate, passando dai precedenti 1460 metri, agli attuali 1825 metri (valori nominali). Anche la distanza compensata con angolo di sito (EHR) è stata incrementata, portandosi dai precedenti 800 metri del 1600-B, fino agli attuali 1100 metri.

– Leica CRF 1600-B e CRF 2000-B –

 
Il nuovo telemetro, come il precedente, oltre a rilevare distanza e angolo di sito, restituisce anche temperatura ambiente e pressione barometrica, dati poi utilizzati per la stima di una soluzione balistica sino agli 800 metri. Il display del telemetro mostrerà la correzione in alzo espressa in 6 possibili unità di misura (sia lineari che angolari, vedi sotto). Da notare comunque che lo strumento non esegue un vero e proprio calcolo balistico ma, fa affidamento a quelle che vengono definite “lookup-table”. In altre parole, il sistema di elaborazione del dispositivo farà riferimento a 12 classi di tabelle, l’utilizzatore sceglierà quella che meglio si adatta al suo specifico munizionamento. Nel caso si desideri invece usare una propria tabella balistica, è preferibile settare lo strumento per indicare la distanza orizzontale equivalente (al netto dell’angolo di sito), parametro poi da impiegare per individuare manualmente la correzione di puntamento.

– Componenti CRF 2000-B –

 
Una volta impostato, lo strumento è semplicissimo da usare: una prima pressione del tasto principale (2) accende il telemetro e fa comparire il mirino al centro del campo visivo. Il puntino nell’angolo destro basso del mirino indica che le distanze saranno espresse in metri (in mancanza del puntino saranno yards). Puntato l’oggetto da traguardare, una seconda pressione del tasto lancerà la routine di misura che, in poco più di 0.3 secondi, ci darà la distanza dall’oggetto e subito dopo, se impostata, apparirà la correzione verticale di traiettoria o la distanza orizzontale equivalente (EHR).

Con il Leica Rangemaster CRF 2000-B è possibile eseguire misurazioni anche in modalità “Scan”. Dopo l’accensione questa modalità si avvia premendo il pulsante principale (2) per circa 2.5 secondi. L’apparecchio eseguirà la misurazione in modo continuo rilevando, ad esempio, la variazione di distanza di un bersaglio in movimento.

Mediante il tasto secondario (1) si accede invece alle informazioni accessorie come: angolo di sito, temperatura ambientale e pressione barometrica.

Il display del telemetro è realizzato a LED rossi con un sistema di adeguamento automatico della luminosità alle condizioni di luce esterna. La praticità del telemetro è anche data dalla pulizia e semplicità del display che, mostrando soltanto un dato per volta, non disturba l’osservazione con numerose informazioni contemporanee, come accade invece in altri strumenti dotati di funzioni balistiche.

Le impostazioni disponibili

Agendo sui due tasti del telemetro è possibile selezionare tutte le opzioni disponibili:

– Menu di programmazione CRF 2000-B –

 
Premendo per 2.5 secondi il tasto secondario (1) si accede al menu di settaggio, con il medesimo tasto si scorre l’elenco delle opzioni, entrando eventualmente nei sotto-menu con il tasto primario (2). Avremo:

USEU, impostazione delle unità di misura europee (centimetri / metri) o anglosassoni (inches / yards).
BALL, selezione di una delle dodici tabelle balistiche di riferimento (OFF nel caso si desideri disabilitare la funzione balistica).
SLD, selezione della distanza di azzeramento (100, 200 o 300 m/yds in base alla scelta USEU). La distanza di azzeramento è anche impostabile come GEE (dal tedesco GÜNSTIGSTE EINSCHIEß ENTFERNUNG), ossia la distanza ottimale di azzeramento. In altre parole, la distanza massima a cui è possibile azzerare l’arma mantenendo l’apice della traiettoria del proiettile non oltre 4cm sopra la linea di mira.
ABC, seleziona il formato della correzione balistica suggerita dal telemetro: EHR nel caso si desideri conoscere la distanza orizzontale equivalente, HOLD per la correzione verticale in centimetri o pollici, oppure ancora a seguire: MOA, 1/3 MOA, 1/4 MOA, 0.1 MRAD (10mm), 0.05 MRAD (5mm).

Struttura e funzionamento

Il telemetro Rangemaster CRF 2000-B è un telemetro detto “a tempo di volo”, ossia la rilevazione della distanza viene eseguita generando un impulso Laser e misurando il tempo impiegato dalla luce a coprire il percorso di andata e ritorno tra telemetro e bersaglio. La misura può essere eseguita su un singolo percorso o, come per il CRF 2000-B, su diversi cicli. L’emettitore d’impulsi luminosi è realizzato con un diodo Laser infrarosso sulla lunghezza d’onda di 905nm (nm = nanometri, ossia miliardesimi di metro).

Nell’istante in cui viene attivato (pressione del pulsante principale), il telemetro emette una breve sequenza di impulsi Laser, ciascuno di durata prossima ai 50ns (ns = nanosecondi, ossia miliardesimi di secondo). Un cronometro ad alta precisione e velocità misura il tempo intercorso tra l’emissione e il ritorno del raggio restituito dal bersaglio. Data la velocità della luce è necessario stimare tempi brevissimi, prossimi a qualche nanosecondo. Conoscendo la velocità del Laser nell’atmosfera (∼300 × 106 m/s) è immediato poter calcolare la distanza (distanza = velocità × tempo / 2). In un precedente pezzo ci eravamo già occupati di telemetria Laser e della sofisticata tecnologia impiegata in questi strumenti, per maggiori dettagli vi rimandiamo a quell’articolo (link).

A seguire elenchiamo le specifiche dello strumento fornite dal costruttore:

Specifiche tecniche Leica Rangemaster CRF 2000-B
Campo di misura 10÷1825m
Precisione ±1m fino a 500m; ±2m fino a 1000m; 0.5% oltre i 1000m
Risoluzione 1m
Ingrandimento 7x
Diametro obiettivo 24mm
Oculare Regolabile: ±3.5 diottrie
Pupilla d’uscita 3.4mm
Estrazione pupillare 15mm
Campo visivo 115m a 1000m (6.5°)
Trattamento lenti High Durable Coating (HDC™) e Aqua-dura™ sulle esterne
Tipo di prisma a tetto con trattamento per correzione di fase P40
Tipo di Laser Infrarosso classe 1 (innocuo)
Divergenza raggio Laser 0.5 x 1.2 mrad
Tempo di misura circa 0.3 sec
Alimentazione 1 pila 3V CR2
Durata batteria circa 2000 misurazioni a 20°C
Dimensioni 34 x 113 x 75mm
Peso 185g
Grado di protezione tenuta stagna per 30min a 1m di profondità
Temperatura di utilizzo -10÷55°C

 
Dei parametri dichiarati in specifica ricordiamo che: con “pupilla di uscita” si intende il diametro del fascio di luce in uscita dall’oculare. Tale diametro è una misura della quantità di luce che raggiunge l’occhio. Il valore della pupilla di uscita corrisponde al diametro dell’obiettivo diviso per il fattore di ingrandimento (24/7=3.4mm). L’iride dell’occhio umano, quando completamente dilatata (bassa luminosità ambientale), ha un diametro di 7mm e si riduce con l’età. Se il valore della pupilla di uscita dello strumento è maggiore dell’effettivo diametro della pupilla dell’occhio, tutta la luce in più non viene utilizzata, in quanto non può essere percepita dall’occhio. In questa condizione risulta comunque più facile e comodo posizionare opportunamente l’occhio per l’osservazione. Se il valore della pupilla d’uscita è invece inferiore a quello dell’iride dell’occhio, l’immagine riprodotta apparirà poco luminosa, perché sarà troppo poca la luce trasmessa. In pieno giorno, quando l’iride dell’occhio è contratta, una pupilla d’uscita di circa 3 o 4 millimetri è più che accettabile per avere un’immagine nitida. Il quadrato del valore della pupilla di uscita è detto “luminosità geometrica”, altro modo per esprimere la medesima caratteristica.

Per “estrazione pupillare” si intende invece la distanza a cui deve essere posizionato l’occhio per ottenere una visione dell’immagine priva di vignettature (bassa luminosità periferica). Una estrazione pupillare di 15mm è sufficiente per poter usare lo strumento indossando gli occhiali. Infine, con “campo visivo“, ci si riferisce alla grandezza dell’immagine che può essere inquadrata ad una determinata distanza, in questo caso 115m a 1000m (6.5°), valore importante per l’osservazione di soggetti in movimento o per la ricerca e localizzazione.

Come struttura, il telemetro Rangemaster CRF 2000-B ha un telaio in alluminio pressofuso coperto da un involucro stagno in plastica rinforzata con fibre di carbonio e superficie esterna gommosa al tatto. Lo strumento è caratterizzato da un’ottica Leica 7×24 di altissima qualità con trattamento antiriflesso High Durable Coating (HDC™) e rivestimento antisporco e appannamento Aqua-dura™ sulle lenti esterne. Nella costruzione dei telemetri del tipo Rangemaster, Leica ha puntato alla riduzione degli ingombri e del peso, realizzando telemetri estremamente compatti e leggeri.

Contrariamente ad altri telemetri in cui i sistemi ottici sono tre, uno per funzione: emissione del fascio Laser, ricezione del segnale infrarosso e ottica di osservazione e puntamento, Leica ha alleggerito lo strumento unificando le sezioni del sistema che beneficiano di lenti di grande diametro, ossia la parte relativa all’osservazione e quella per la ricezione infrarossa, separando invece la sezione del proiettore Laser che può essere realizzata di buon rendimento anche utilizzando lenti di diametro modesto.

Sempre per migliorare la compattezza dello strumento, Leica ha basato il sistema ottico di osservazione su un prisma che per la sua forma è detto “a tetto”. Tale prisma ha infatti una superficie ottica costituita da due semisuperfici a 90° simili al doppio tetto spiovente di una casa. Il prisma nel sistema ottico è usato per il raddrizzamento dell’immagine formata dall’obiettivo e soprattutto, per “ripiegare” il flusso luminoso in una linea spezzata tale da poter avere uno strumento più corto della lunghezza focale di cui si necessita. Questo tipo di prismi rendono adeguatamente solo se la tolleranza costruttiva dell’angolo di 90° tra le facce del tetto è strettissima, pena un leggero sdoppiamento dell’immagine con perdita di nitidezza, fenomeno praticamente assente su questo telemetro. Inoltre, al fine di migliorare resa ottica e contrasto, è necessaria una ulteriore sofisticazione tecnica: la correzione di fase. Ci si avvale infatti di un rivestimento opportunamente calibrato delle superfici del tetto, esso è in grado di compensare lo sfasamento che si origina dall’interferenza tra i fasci luminosi provenienti dalle riflessioni incrociate sulle suddette superfici. Leica garantisce questa correzione di fase avvalendosi del trattamento denominato “P40”.

– Esempio di prisma a tetto –

 
Grazie a questi accorgimenti, al tipo di materiali utilizzati e agli elevati standard costruttivi, Leica è riuscita a ridurre le dimensioni del telemetro a poco più di quelle di un pacchetto di sigarette, con un peso inferiore ai 200 grammi batteria inclusa, valore tra i più bassi, se non il più basso della sua categoria, mantenendo comunque resa ottica e prestazioni operative a livelli ottimali.

Rangemaster CRF 2000-B e 1600-B a confronto

Come anticipato, il Rangemaster CRF 2000-B viene proposto da Leica come il potenziamento del modello precedente, il CRF 1600-B. Nonostante i due telemetri sembrino identici, per l’estensione delle capacità distanziometriche i tecnici Leica sono dovuti necessariamente intervenire sul vecchio modello, apportando modifiche che verosimilmente, per efficienza produttiva, non stravolgessero l’impostazione dello strumento di partenza. Fatta questa prima considerazione, la domanda che ci siamo posti immediatamente dopo è stata: cosa avranno cambiato ?

Per estendere le capacità di rilevazione di un telemetro Laser, a parità di condizioni esterne, ossia: riflettività del bersaglio, visibilità atmosferica e irradiazione solare; è necessario intervenire su uno o più degli elementi a seguire: sensibilità del rilevatore, divergenza del fascio Laser, potenza del Laser, numero di impulsi impiegati per la singola lettura.

In prima ipotesi possiamo ritenere il sistema di ricezione del CRF 2000-B identico a quello del 1600-B, quindi inalterato in termini di sensibilità. Specifiche alla mano, anche la divergenza del fascio Laser è identica, risulta pertanto invariata la capacità dei due strumenti di concentrare il fascio infrarosso. A questo punto rimangono da verificare: la potenza del fascio Laser e il numero di impulsi utilizzati per la singola rilevazione. Per far questo abbiamo eseguito un test specifico in laboratorio. Avvalendoci di un trasduttore infrarosso calibrato ed estremamente veloce, il Thorlabs DET210 (foto a fianco), e di un oscilloscopio digitale a larga banda, abbiamo rilevato le emissioni Laser di un Rangemaster CRF 1600-B in comparazione ad un 2000-B. A seguire l’immagine del banco di misura ed i risultati acquisiti:

– Strumenti per lo studio dell’emissione Laser –

 
Durante il test abbiamo rilevato che il singolo impulso Laser, per entrambi i telemetri, dura circa 50ns (50 miliardesimi di secondo):

– Durata del singolo impulso Laser –

 
L’impulso Laser viene ripetuto ogni 18µs (18 milionesimi di secondo) alla frequenza di 55KHz:

– Ripetizione dell’impulso Laser –

 
Entrambi gli strumenti emettono un pacchetto di 32 impulsi in circa 600µs (600 milionesimi di secondo):

– Primo pacchetto di 32 impulsi Laser –

 
Ciascun pacchetto da 32 impulsi viene ripetuto ulteriormente ad intervalli di circa 2.5ms (2.5 millesimi di secondo):

– Ripetizione pacchetti da 32 impulsi Laser –

 
Il pacchetto da 32 impulsi viene ripetuto per un totale 128 volte, per un numero complessivo di 4096 impulsi emessi in circa 300ms (3 decimi di secondo). 4096 è in sostanza il numero di impulsi emessi da ciascuno dei telemetri ad ogni singola pressione del tasto di misura:

– Sequenza di rilevazione: 128 ripetizione del pacchetto da 32 impulsi –

 
Quindi, esaminate le sequenze di emissione, queste appaiono identiche per entrambi gli strumenti. La differenza in portata del CRF 2000-B non è quindi attribuibile all’incremento nella numerosità degli impulsi Laser. Escluse tutte le altre possibilità, il miglioramento del modello CRF 2000-B deve essere necessariamente legato al solo incremento della potenza del Laser. Ci siamo quindi concentrati sulla valutazione delle differenti intensità di emissione dei rispettivi fasci, stima abbastanza semplice da effettuare in termini qualitativi ma, più difficoltosa se si desidera una precisa quantificazione. Dopo alcuni tentativi il dato emerso è che il CRF 2000-B ha probabilmente un fascio Laser tra il 30 ed il 35% più potente del 1600-B.

Acquisito questo dato, la necessità successiva è stata capire cosa implichi avere incrementato la potenza del Laser in termini di miglioramento della massima distanza misurabile. A questo proposito ci viene in aiuto il notevole lavoro svolto da Nick Vitalbo della nVisti Tactical che da prove sperimentali e elaborazioni matematiche ha ricavato il modello prestazionale di numerosi telemetri tra cui anche il Leica CRF 1600-B. Non esamineremo nel dettaglio la costruzione del modello matematico, per questo si rimanda ai relativi capitoli scritti da Vitalbo ed ospitati sui testi di Bryan Litz: Modern Advancement in LR Shooting Vol1 e Vol2. A noi basti sapere che opportunamente utilizzato, il grafico che riportiamo a seguire ci consente di stimare a priori la massima distanza rilevabile con il telemetro CRF 1600-B e, con i dati da noi qui acquisiti, anche quella del 2000-B.

Il modello matematico di Vitalbo considera quello che in telecomunicazioni si chiama “bilancio di collegamento” (in inglese: link budget) che, in un sistema di ricetrasmissione, indica il bilancio di potenza tra quanto acquisito dal ricevitore (nel nostro caso il detector Laser), e quanto emesso dall’apparato trasmittente (nel nostro caso il proiettore Laser), includendo nel calcolo tutti i fattori di amplificazione e attenuazione lungo il percorso coperto dal segnale. Quando il segnale utile in ricezione diventa di intensità paragonabile al rumore di fondo, si sarà raggiunta la massima distanza di ricetrasmissione, il ricevitore in sostanza non riesce più a distinguere il segnale da analizzare.

– Modello prestazionale nVisti Tactical –

 
L’asse verticale del grafico riporta il rapporto tra il segnale utile ed il rumore, il punto in cui il ricevitore non distingue più il segnale è indicato come zero decibel o 0dB (il dB è una unità spesso utilizzata in queste valutazioni). Sul grafico basterà individuare dove la curva blu (per il 1600-B) o l’arancione (per il 2000-B) intersecano l’asse degli 0dB. Notiamo che con luce diurna il precedente modello Leica raggiunge una distanza massima di 1600m, il CRF 2000-B riesce ad estendere la misurazione sino a circa 1700m. Le rette orizzontali tratteggiate indicano le stime di rilevazione in caso di bersaglio illuminato da luce solare diretta (linea a tratteggio continuo) e in caso di luminosità solare attenuata (linea tratto-punto). Vediamo così che il 1600-B va da 900m (caso d’utilizzo peggiore) a 1750m (caso più favorevole), il 2000-B da 1050m a 1850m. La stima appena esposta considera lo strumento fisso su treppiedi e come bersaglio un quadrato di 2.3m di lato, perpendicolare alla linea di traguardo, e con riflettività di solo il 20%, ossia solo i due decimi della luce Laser inviata verranno rimandati indietro al telemetro. Da prove effettuate sul campo la stima di 1850m, in condizioni ottimali, appare verosimile. Il modello prestazionale ottenuto per il CRF 2000-B ci sembra quindi attendibile.

Per quanto riguarda la precisione e l’accuratezza degli strumenti, a seguire vengono mostrati due grafici di dispersione per 30 rilevazioni consecutive, con appoggio precario, a 1000 metri (la linea rossa sui grafici rappresenta la distanza esatta, la linea verde è invece la media delle rilevazioni). Come bersaglio è stato usato un rettangolo di lamiera 50x70cm (gong) dipinto di bianco, in condizioni di visibilità ottimale e piena luce solare (arbusti e cespugli sparsi in prossimità del bersaglio).

– Dispersione delle rilevazioni a 1000m –

 
Così come è possibile stimare dai grafici, la dispersione di misura del CRF 2000-B è inferiore a quella del 1600-B, chiara indicazione delle migliorate capacità di misura. Considerando la rilevazione con appoggio precario, ossia sostenendo lo strumento senza l’ausilio di un treppiedi, entrambi i modelli risultano comunque molto accurati con una deviazione standard di circa 2.1m per il 1600-B e di circa 1.2m per il 2000-B. Inoltre, a causa della divergenza del fascio Laser (0.5×1.2 mrad), a 1000m lo spot di rilevazione sarà ampio circa 50x120cm, quindi di dimensioni superiori al bersaglio. Ciò significa che parte del fascio Laser incidente sarà perso o diffuso da oggetti estranei al bersaglio stesso.

Conclusioni

Il nuovo telemetro Leica Rangemaster CRF 2000-B replica e migliora quanto già disponibile sul 1600-B. Il recente modello, venduto al medesimo prezzo di listino del precedente, vede potenziate le capacità di misura e di calcolo, migliorando la qualità complessiva di uno strumento già notevole nella sua versione non aggiornata. Basti pensare che il CRF 1600-B, in molti casi pratici, supera le capacità di rilevazione di targa (1460m).

Unica pecca, se proprio vogliamo essere severi, è la mancanza sui Leica Rangemaster di un attacco standard per treppiedi. Forse poco utile a caccia ma, a causa delle maggiori distanze di ingaggio, comodo in attività come il tiro di precisione long range. E’ possibile comunque integrare l’attacco con modifiche o accessori after-market (vedi immagini a seguire).
 

 
E’ difficile trovare altri elementi migliorabili sul telemetro, la qualità dell’ottica Leica è notevole e il confronto con prodotti della medesima fascia di prezzo e simili capacità distanziometriche e balistiche, fa emergere il CRF 2000-B come uno dei prodotti dal miglior rapporto qualità prezzo attualmente disponibile sul mercato.
 

Valutazione A&S

 

 


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